"Il commissario sembrò non averla sentita. Immobile, con lo sguardo perso a rincorrere i riflessi di sole che attraverso la finestra le macchine dalla strada proiettavano sul soffitto, la mano che stringeva la lattina di birra, vuota, abbandonata sul piano della scrivania, rimase in silenzio per un tempo di cui non fu consapevole. Alice, che aveva imparato a riconoscere le assenze di Prisco, rimase a sua volta in silenzio, nell’attesa che da quello stato catatonico il commissario uscisse, probabilmente con una frase che non avrebbe avuto nulla a che vedere né con il caso né con il mondo reale attorno a lui".
Stavolta il caso che deve affrontare il commissario Prisco sembra davvero irrisolvibile. Troppe le lacune e, soprattutto, troppi i dubbi, che lo assillano anche durante una buona passeggiata nei suoi amati Appennini abruzzesi. Due, soltanto, sono gli elementi sui cui si può ragionare: il suicidio di una donna rimasta anonima e lo strano disegno fatto dal "matto del villaggio" su una panca del commissariato stesso...
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Ugo Mazzotta nasce a Napoli nel 1956. Medico legale di professione e bassista per hobby, è da sempre un avido lettore, appassionato di gialli, thriller e horror, come anche di Calvino e di Bulgakov. Nel 2002 esordisce col suo primo romanzo, "Commissariato di polizia La Bella Napoli", cui ne faranno seguito altri otto. Considerato uno dei più interessanti autori di noir all’italiana, ha collaborato alla scrittura di alcune stagioni del poliziesco televisivo "RIS – Delitti imperfetti" ed è vicepresidente dell’associazione culturale Napolinoir. Fra i suoi romanzi più apprezzati si possono ricordare "Indagine privata" (2005), "Merce di scambio" (2011) e "Mia o di nessuno" (2019).