Cevengur è un romanzo di idee e commozione. È la storia del modo in cui i più poveri e derelitti hanno interpretato e cercato di realizzare il comunismo, l'idea di un rivolgimento radicale, il progetto di "porre fine al movimento dell'infelicità nella vita": un rimedio non solo alla povertà, allo sfruttamento e alla fatica estenuante, ma anche alla solitudine e all'isolamento di ogni uomo dagli altri. E alla fine, nella città di Čevengur, la loro ricerca incerta e tormentosa è coronata da successo: nella tenerezza e nel lavoro dell'uno per l'altro di Saša, Kopënkin, Čepurnij, Pijusja, Gopner e tutti gli altri, persino Serbinov, il sindacalista appena giunto da Mosca, si trova bene. Lavorare per l'utilità come voleva la borghesia "non funziona", infatti: "manca la pazienza di tormentarsi nel corpo per un oggetto". Forse molti ragionamenti di questi personaggi autori di un comunismo fatto di "espedienti casalinghi" vi appariranno bizzarri ed estenuanti, ma cercate ugualmente di arrivare alla fine. Lì Saša ritrova sulla riva del lago Mutëvo la sua canna da pesca di bambino, al suo amo è ancora attaccato lo scheletro di un pesciolino. E voi piangerete. Con una audio introduzione di Goffredo FofiTraduzione di Ornella Discacciati (c) Giulio Eiunadi Editore 2015 © 2023 tracce srls