Cominciarono le dita della mano sinistra. Prima, il mignolo che, come il più piccolo, era anche il più irrequieto, e sempre era stato un tormento per il povero languido anulare che aveva la sventura di stargli vicino; ma un po’ anche per le altre tre dita.
Buffo di forma, con l’ultima falangetta attaccata male, storta in dentro, dura, quasi inflessibile, pareva un dito col torcicollo fisso.
Ma di questo difetto non s’era mai afflitto. Anzi se n’era sempre servito per non lasciare in pace un momento i suoi compagni di mano e, quasi se ne gloriasse, spesso anche si levava ritto, come per dire a tutti:
«Ecco, vedete? sono così!».