Discordia, si sa, non è la più simpatica delle dee, anzi ci prova proprio gusto a seminar zizzania. Era così duemila anni fa e lo è ancora oggi che gli dei vivono tra noi, in una Roma caotica e disordinata.
Quando, dopo la consueta partita di calcetto del venerdì sera, al tavolo degli dei arriva una torta con su scritto “al campione più campione di tutti” il panico si diffonde tra i presenti. L'antipatica dea pasticcera non deve aver preso troppo bene il fatto di non essere stata invitata alla cena. Solo con un subdolo stratagemma Bacco e Cupido riescono a scongiurare il pericolo di una guerra divina. Il dio dell'amore scaglia una freccia e fa in modo che Discordia perda la testa per il tizio seduto al tavolo a fianco: l'insulso Mario Rossi, vigile urbano di stanza a Piazza Venezia.
Pazza d'amore, la dea, da rissosa e capricciosa, diventa patetica e insicura, passa le giornate a piangere e sfornare dolci per il suo amato che però non sembra ricambiare il suo divino sentimento.
Bacco e Cupido, minacciati da Giove, devono affrettarsi a riportare le cose al loro status naturale, ma non sarà facile e servirà tutto il loro ingegno per trovare una soluzione all'inghippo.