“A quell’età tutto era così gigantesco e leggero allo stesso tempo, problemi insormontabili e gioie immense si alternavano focalizzando la nostra mente solo ed esclusivamente sul presente. Avevamo le tasche piene di libertà e i nostri cervelli poco utilizzati erano pieni zeppi di sogni e ideali. […] Al tempo eravamo felici, ma ovviamente non ce ne rendevamo conto. […] Il cuore cominciò a battermi più svelto nel petto, deglutii con un rumore quasi imbarazzante, la saliva sapeva di ansia e di resa dei conti.”
In un paese del padovano nella metà degli anni novanta, due ragazzi affrontano un’avventura misteriosa e inquietante, al limite dell’impossibile. Cos’hanno visto realmente Michele e Paolo quel giorno?
Dopo il successo di “La bambina che abitava sotto una lapide (e altre storie poco allegre)” ecco il nuovo racconto di Michele Botton, tra fantasy e horror una storia che è anche lo specchio di una generazione.