Con “Il diario di uno psicopatico” siamo giunti alla terza avventura del Commissario Caterina Ruggeri, l’ormai nota poliziotta marchigiana, amata dal pubblico dei suoi lettori affezionati. Al suo fianco un nuovo collega, il Commissario Sergio Adinolfi di Senigallia, esperto “criminal profiler”, insieme al quale dovrà rincorrere uno psicopatico serial killer.
A un certo punto Caterina quasi cederà al fascino del collega, ma il decorso della vicenda non potrà lasciare spazio a tresche amorose. Una sfida al buio per il Commissario Caterina Ruggeri, che si troverà coinvolta nella più introspettiva delle sue avventure. Scoprirà infatti che l’assassino è più vicino a lei di quanto nessuno osi immaginare, forse è un membro della sua stessa famiglia. Dovrà scavare nel suo passato e nel suo inconscio per arrivare alla soluzione, ma quando questa sembra essere a portata di mano, ecco nuovi colpi di scena a cambiare le carte in tavola. Sembra che lo psicopatico si diverta a creare a bella posta situazioni imbarazzanti per la nostra poliziotta, che incalzata da questore, magistrato e giornalisti, deve giungere in fretta a una conclusione plausibile. Ci riuscirà? Lasciamolo scoprire al lettore, che ritroverà con piacere personaggi già conosciuti nelle passate avventure della Commissario e nuovi intriganti personaggi che si delineano in questo nuovo episodio. Ma soprattutto la lettura aprirà delle finestre a riflettere su alcuni temi scottanti, in particolare sui drammi che più o meno velatamente si possono consumare anche all’interno di famiglie normali. E non parliamo solo di violenze o di abusi sessuali, ma di tutti quei conflitti e quelle tensioni che si verificano in famiglia, di cui spesso e volentieri sono testimoni bambini e adolescenti e che segnano la loro vita per sempre, anche se agli adulti queste dinamiche sfuggono completamente. Un monito, insomma, ai genitori, a cercare di far vivere ai propri figli un’infanzia il più possibile serena, che li proietterà verso un’età adulta calibrata e responsabile.
Come al solito, i riferimenti alla storia e alle tradizioni locali non mancano, a dare in certi tratti un taglio leggero e piacevole alla lettura, creando uno stacco dalla descrizione di macabri delitti.
In questa nuova indagine troviamo una Caterina sempre impulsiva sì, ma forse un po’ più riflessiva, più matura. In fin dei conti, l’età che avanza e le responsabilità familiari creano in ognuno di noi cambiamenti del comportamento e del carattere, e di sicuro anche lei non è immune da ciò. Ciò che conta è l’intelligenza e l’intuito che, grazie anche all’aiuto dei suoi collaboratori e del suo solito cane, Furia, la portano costantemente a risolvere le sue indagini con successo.