“Il caso Marques mostra la ragione per cui le leggi penali sulla diffamazione sono un problema: se ne può abusare facilmente e possono essere utilizzate per scopi politici. L’Angola ha l’obbligo di indagare sulle gravi violazioni dei diritti umani e dovrebbe concentrarsi su come affrontare questi abusi, piuttosto che accusare di diffamazione e oltraggio i giornalisti investigativi che li espongono”.
Leslie Lefkow, vicedirettore di Human Rights Watch Africa.
Rafael Marques narra con lucidità e coraggio la drammatica situazione che gravita intorno all’industria diamantifera africana, un mondo in cui la popolazione versa in semi-schiavitù, uomini e donne vengono torturati e uccisi con la tacita connivenza del governo e le Forze Armate diventano non solo complici, ma protagoniste delle peggiori nefandezze.
“Ho paura di essere torturato di nuovo o, peggio ancora, ucciso. Ma ho quattro figli e qui non ci sono possibilità di trovare altri impieghi che mi permettano di mantenere la famiglia. Così, cerco di farmi coraggio e, ogni giorno, abbracciati i miei cari come se fosse l’ultimo, torno alle cave”.
Troppo spesso, per il popolo angolano, il diamante è stato sinonimo di sangue, il sangue versato da migliaia di combattenti durante la guerra civile, e dai cittadini implicati, loro malgrado, nel processo di estrazione dei diamanti da parte dei ribelli.
Oggi la guerra civile è terminata, ma la corruzione continua a dilagare e la popolazione, decimata dal perpetrarsi delle violenze, non ha alcuna possibilità di accedere alla giustizia
Rafael Marques ha conseguito una laurea in Studi Africani a Oxford e ottenuto nel 2006 il Premio per il Coraggio Civile della Northcote Parkinson Foundation.
Per questo libro ha subito 11 procedimenti penali, molestie e violazione della privacy.