«Più che l'amore: Tragedia moderna» di Gabriele D'Annunzio è un'opera che esplora le tematiche dell'amore intenso e della passione distruttiva attraverso la lente di una drammaturgia innovativa. Il testo si distingue per un linguaggio ricco e simbolico, nel quale la bellezza estetica si fonde con l'analisi psicologica dei personaggi. D'Annunzio, in questo contesto, affronta il tema del desiderio in modo audace, situando i suoi protagonisti in un conflitto tra il desiderio personale e le convenzioni sociali dell'epoca. L'opera si inserisce perfettamente nel panorama letterario del decadentismo e del simbolismo, evidenziando l'evoluzione del teatro italiano verso forme più moderne e libere. Gabriele D'Annunzio, figura poliedrica del Novecento, è noto per la sua vita avventurosa e le sue esperienze artistiche e politiche. La sua profonda inclinazione verso l'estetismo e la ricerca della bellezza, unite alla sua biografia caratterizzata da relazioni tumultuose e passioni inebrianti, influenzano notevolmente la scrittura di quest'opera. D'Annunzio, con la sua cultura cosmopolita e il suo spirito ribelle, incarna il genio di un'epoca che cerca di oltrepassare i limiti dell'arte e della vita stessa, rendendo la sua scrittura sempre attuale. «Più che l'amore» è quindi un'opera da raccomandare a coloro che desiderano esplorare le complessità dell'animo umano e le sfide dell'amore, avvalendosi di un linguaggio denso di immagini evocative. La capacità di D'Annunzio di intrecciare il personale con il universale rende questo testo una lettura imprescindibile per chiunque sia interessato alla letteratura moderna e alla sua evoluzione.