Pubblicato nel 1923 a New York, Il Profeta di Khalil Gibran è un grande racconto, accolto con grande favore dal pubblico, da cui tutt’oggi è ancora particolarmente apprezzato. Protagonista è, per l’appunto, il Profeta Almustafa che si appresta a lasciare la città di Orfalese, sulle cui montagne ha trascorso lunghi anni di solitudine. Prima che egli possa salire sul battello che lo ricondurrà al suo paese natale, intorno a lui si radunano gli abitanti del luogo, che, nel salutarlo, desiderano interrogare un’ultima volta colui che considerano il loro vate.
Le risposte del Profeta toccano l’animo come corde di violino, soffermandosi sulle tematiche più importanti del vivere quotidiano.
Particolarmente commoventi le parole dedicate all'amore, che esortano: “ad abbandonarsi al suo slancio rinunciando all’angustia del proprio io, all’interesse e al piacere egoistico, dandosi “al suo sacro fuoco”, facendosi “pane” alla mensa eucaristica dell’esistenza: “perché voi siate il pane sacro alla mensa di Dio”, dall’introduzione di Domenico Dario Curtotti
Nel 2011, il regista inglese Gary Tarm girò l’omonimo film raccontando, con dialoghi e sequenze di immagini, la saggezza del Profeta.
Khalil Gibran (1883 — 1931) è stato un poeta, pittore e filosofo libanese. La sua poesia venne tradotta in oltre 20 lingue. Fra le opere più note oltre a Il Profeta, si ricordano Il folle (1918) e le Massime spirituali, pubblicate postume nel 1962.