Chi sa respirare l'aria che circola nei miei scritti, sa che è l'aria delle grandi altezze, che è un'aria fine. Bisogna esserci nati, altrimenti si corre il rischio di buscarsi un raffreddare. Il ghiaccio è vicino, la solitudine è immane — ma come riposano tranquille le cose, nella luce! come si respira liberamente! quante cose si sentono sotto di sè!
La filosofia, nel senso in cui finora l'ho interpretata e vissuta io, è libera vita tra i ghiacci, in alta montagna, è la ricerca di tutto ciò che vi è di strano e di enigmatico nell'esistenza, di tutto ciò che finora era inibito dalla morale. Per una lunga esperienza acquisita in questo aggirarmi su territorio proibito, imparai a considerare le ragioni per cui finora s'è fatto della morale e dell'idealismo, in modo molto diverso da quello che si sarebbe potuto desiderare: venni in tal modo a scoprire la storia intima dei filosofi, la psicologia dei loro grandi nomi. Quanta verità sopporta, di quanta verità è capace uno spirito? — questa diventò sempre più per me la vera misura dei valori. L'errore — la fede nell'ideale — non è cecità; l'errore è viltà… Ogni conquista, ogni passo innanzi sulla via della conoscenza è una conseguenza diretta del coraggio, della durezza verso se stesso, dell'intransigenza verso se stessi… Io non confuto gli ideali, soltanto mi metto i guanti davanti ad essi… Nitimur in vetitum: sotto questo vessillo trionferà un giorno la mia filosofia, poiché finora è stata sempre proibita, per principio, soltanto la verità.