La guerra domina la scena dell’informazione: per interesse, per scelta politica, per superficialità. I media, poi, vengono per lo più usati dagli Stati come «armi di disinformazione di massa». A questa prassi si oppone il modello del «giornalismo di pace», elaborato soprattutto da Johan Galtung, che cerca di leggere in profondità i conflitti, rifuggendo dalle semplificazioni di chi descrive la guerra e la violenza come realtà inevitabili e ricercando gli obiettivi reali delle parti in causa, le loro contraddizioni e le vie possibili per superarle. L’intento non è quello di nascondere o di minimizzare la guerra ma di contribuire, con una informazione corretta, alla trasformazione non violenta dei conflitti. Di questo metodo il libro fornisce una ricca documentazione teorica e interessanti casi di studio.