Nell’anno del Signore 1389, Francesco Gabrielli, nipote del noto condottiero Cante dei Gabrielli di Gubbio, trascrive per i posteri alcuni agghiaccianti e inspiegabili fatti di morte che, quasi un secolo prima, avevano sconvolto Firenze per poi perdersi nella leggenda. Rapimenti, violenti omicidi, abominevoli ritrovamenti nell’Arno, atipiche e sacrileghe impiccagioni. Mentre la paura si diffonde fra i fiorentini, si fa largo nella mente della giovane e nobile Elena Canigiani l’idea che l’homo lupino, il mostro che tutti descrivono e additano come autore di queste atrocità, sia in realtà qualcuno che lei ben conosce…
Una grottesca e nera fiaba storica italiana, scritta in volgare trecentesco, che resuscita la nostra infantile paura dell’uomo nero.