“Sior Todero brontolon” è un vecchio burbero ed avaro che tiene sotto il suo dominio familiari e servitù, piegando ogni evento a suo vantaggio, sino a predisporre le nozze della nipote col figlio del suo fattore: si risparmia la dote e si acquista un servo gratis in famiglia.
Gregorio, il servitore, è l'unico che non si lascia intimorire, prendendo il gusto di burlarsi del padrone. Il primo a subire le angherie del vecchio è il figlio Pellegrin, uomo di poco carattere che, per non disgustare il padre, si limita a dire “mi no so gnente”. La moglie di quest'ultimo, Marcolina, al contrario del marito, è una donna di temperamento e non si accontenta certo che la figlia Zanetta sposi Nicoletto, figlio di Desiderio, agente di Todero (che ruba a sua insaputa), quindi un servitore.
Ella trama alle spalle del vecchio per maritare la figlia al gentiluomo Meneghetto, aiutata in questo dalla “zermana” di lui: siora Fortunata. Per completare l'opera e togliere di mezzo ogni possibile ostacolo, Marcolina si prodiga affinché Cecilia, sua cameriera, si sposi con Nicoletto del quale peraltro è innamorata. Nel finale, attraverso gli intrecci tipici delle migliori commedie goldoniane, la famiglia giunge ad una soluzione lasciando con un palmo di naso il vecchio Todero.