Pubblicato nel 1906, “I gigli calpestati” è uno dei primi romanzi scritti da Rafael Sabatini. Anticipando le ambientazioni di “Scaramouche” — il suo capolavoro del 1922 — il presente romanzo si divide fra il 1789 e il 1793. All’inizio La Boulaye, il protagonista, è il segretario del prepotente Marchese di Bellecour, un signorotto di campagna che non esita a far valere il famigerato “ius primae noctis” sui malcapitati contadini del suo feudo. Innamoratosi della figlia del padrone, La Boulaye ha però scarsissime chance di conquistarla. La tremenda punizione a cui lo condanna il Marchese per un suo tentativo di aggredirlo verrà fermata proprio da Suzanne, che, sebbene innamorata, esita a sfidare le rigide imposizioni di classe. Quattro anni dopo, a Rivoluzione Francese ormai inoltrata, i ruoli sembrano essersi invertiti: adesso è Suzanne de Bellacour a necessitare dell’aiuto di La Boulaye, nel frattempo divenuto deputato e amico intimo di Robespierre…
Rafael Sabatini (1875–1950) nasce a Jesi, figlio di due cantanti d’opera rispettivamente italiano e inglese. Cresciuto dunque in un ambiente cosmopolita, diviso fra Inghilterra, Portogallo e Svizzera, già a diciassette anni padroneggia cinque lingue. Inizia a scrivere i primi racconti attorno ai vent’anni, anche se il primo vero successo lo avrà solo col romanzo “Scaramouche” (1921). Da allora produrrà romanzi a un ritmo notevole — anche uno all’anno — creandosi un nutrito seguito di lettori fedeli, grazie anche a libri come “Captain Blood” (1922), “Bellarion the Fortunate” (1926) e “Venetian Mask” (1937). La scelta di scrivere in inglese, come ammesso da lui stesso, sarebbe dipesa dal proposito di emulare la ricchissima letteratura di età vittoriana.