Nel 1907, dopo aver assistito a un’interessante conferenza a New York, Zane Grey si avventura in una rischiosa battuta di caccia al puma fra i ripidi declivi del Gran Canyon. Ad accompagnarlo nell’impresa c’è un manipolo di uomini in cerca di emozioni forti, fra cui il celebre Charles “Buffalo” Jones (1844–1919) che, oltre a essere stato il primo guardacaccia del parco di Yellowstone, è anche considerato fra i più grandi preservatori della fauna americana (in particolare del bisonte). In un’autentica celebrazione della natura incontaminata e della vita all’aria aperta, Zane Grey ci regala il ricordo di una spedizione memorabile, ma anche l’istantanea di un’epoca trascorsa in cui, nonostante tutto, prendono forma le prime tracce di un ambientalismo che, qualche decennio dopo, si costituirà come sempre più necessario…
Pearl Zane Grey (1872–1939) nasce a Zanesville (Ohio), quarto figlio di un affermato dentista. Appassionato fin dall’infanzia di letteratura, pesca e baseball, inizia a scrivere i primi racconti a soli quindici anni. Grazie a una borsa di studio, ottenuta proprio col baseball, nel 1896 si laurea e si trasferisce a New York, dove per qualche anno esercita la professione dentistica di famiglia. Annoiato dalla routine, però, Zane comincia a scrivere febbrilmente, producendo una notevole quantità di romanzi, tutti ambientati nell’amato West. Sebbene inizialmente rifiutato da vari editori, nel 1910 ottiene finalmente un insperato successo, grazie al best-seller «L’eredità del deserto”. È l’inizio di una carriera che lo renderà uno fra i romanzieri più amati dal grande pubblico statunitense (e non solo). Fra i suoi moltissimi titoli — da cui, tra l’altro, sono stati tratti ben 110 film e una serie televisiva — si possono citare «L’anima della frontiera” (1906), «Il ponte dell’arcobaleno” (1915), “Il vagabondo del deserto” (1923) e “Stirpe eroica” (1925).