Chi ha conosciuto il narratore nel primo dei due romanzi che compongono il dittico “Fifty-fifty” lo ritroverà qui immerso in uno dei momenti più luminosi del suo passato: durante la naia, quando il desiderio di un corpo sembrava poter sempre trovare una via per esprimersi. Non più i dinieghi di Fifí, ma l’affetto e l’entusiastico noviziato omoerotico del ritrovato Sciofí sono infatti il perno intorno al quale la memoria si va rifondando. Ezio Sinigaglia porta così a compimento la sua opera più ambiziosa, in cui la creatività della lingua reinventa la tradizione letteraria novecentesca in una chiave insieme umoristica e rigorosa. Un trattato in forma narrativa sulla meraviglia e la libertà di amare, sulle insidie della gelosia e sulla stoltezza degli uomini quando giocano a far la guerra.