«Vi narrerò tre fiabe questa sera, miei piccoli amici: tre fiabe che si svolgeranno in quel villaggio di Fata Regina che conoscete già, e che vi apriranno le liete porte della fantasia» …
Misteriosi omicidi e strane sparizioni mettono in allerta Scotland Yard. Per risalire ai moventi, ai mandanti e, più in generale, ai dettagli, dei molti bizzarri episodi che sono accaduti, ci vorrebbe un investigatore dall’acume straordinario… E chi, meglio di Enderton, l’arguto detective nato dalla fervida fantasia di Alfredo Pitta? In uno dei suoi romanzi più avvincenti, ambientato in una Londra cupa e gonfia di pericoli, scopriremo cosa si cela dietro a un apparentemente innocuo programma radiofonico, in cui una certa Alice Buckland intrattiene i piccoli ascoltatori con le sue fiabe zuccherose…
Alfredo Pitta (1875–1952) nasce a Lucera, dove si interessa precocemente alla letteratura e al giornalismo. Dopo aver pubblicato le prime novelle sul Foglietto — rivista diretta dal fratello Gaetano — si trasferisce a Roma, per collaborare al Messaggero di Roma, e poi a Milano. Nel 1904 entra come impiegato al Ministero dei Lavori Pubblici, posizione a cui affiancherà un febbrile lavoro di traduzione per Sonzogno e Mondadori. Negli stessi anni inizia a pubblicare i primi romanzi, che spaziano dal giallo al cappa-e-spada. Autore fertile e ricco di fantasia, pubblicherà una quarantina di libri, fra cui il celebre “Santajusta” (1936), incentrato sulla storia duecentesca della sua Lucera. Fra i suoi molti lavori, si possono citare anche “Castelmalo” (1931), “Le tredici colonne” (1933) e «L’idolo di Rankanava” (1940).