Pubblicato nel 1912, “Fiore del Nord” è un romanzo che trasmette tutto l’affetto di James Oliver Curwood per i paesaggi sconfinati del Grande Nord, ma anche il suo gusto per l’avventura e per l’ignoto. Protagonista delle vicende narrate è Philip Whittemore, esploratore che, risalendo il Churchill River, si è spinto nelle lande desolate del Canada settentrionale. Laggiù, in mezzo al nulla più incontaminato, si staglia un improbabile avamposto, la cui natura e storia sono avvolti nel mistero. Il suo nome è Fort o’ God, stando a quanto gli hanno indicato Jeanne D’Arcambal e il suo protettore Pierre. Ma quello che Philip non sa è che i due non sono affatto ciò che sembrano, ma nascondono un passato oscuro, quasi quanto le alte latitudini per cui l’uomo si aggira…
James Oliver Curwood (1878–1927) nasce a Owosso, in Michigan, ultimo di quattro figli. Dopo aver studiato giornalismo all’Università del Michigan si trasferisce a Detroit, dove pubblica i primi racconti e inizia a lavorare come reporter. Nel 1907 ottiene dal governo canadese un incarico che gli cambierà la vita: viaggiare per l’estremo nord del paese e descriverne le bellezze attraverso un reportage, così da incoraggiare il turismo nella regione. Da questa esperienza, Curwood trarrà infinite suggestioni, che di lì a poco avrebbero ispirato ben ventotto romanzi, due raccolte di racconti e un saggio sui Grandi Laghi. È conosciuto, insieme a Jack London, come il più importante cantore del Grande Nord, descritto in romanzi delicati e ricolmi di amore per la natura, fra i quali si possono citare «I cacciatori d’oro” (1909), “Kazan” (1914) e, soprattutto, “The Grizzly King” (1916), ispiratore del film «L’orso” di Jean-Jacques Annaud (1988).