Trascinato, dal cinico e carismatico H. Wotton, alla scoperta dei piaceri edonistici offerti dalla capitale inglese, a coloro che per nobiltà e ricchezza potevano permetterselo, il giovane Dorian Gray, posto innanzi al ritratto che ne consacra il dono tangibile quanto effimero della bellezza, recita inconsapevolmente la preghiera che condizionerà per sempre la sua vita.
Così, quasi avesse, con quelle parole, stretto una sorta di patto con il demonio, Dorian conserva negli anni, immutato, il suo bell’aspetto e la giovinezza di chi, ancora adolescente, detiene un’anima pura e integra, mentre il quadro, celato in una tetra soffitta, appare sempre più denigrato dallo scorrere del tempo e dalle scelleratezze da lui compiute. Dapprima terrorizzato e poi estasiato dall’inspiegabile scoperta, Dorian imbocca, senza alcun rimorso, il sentiero della perdizione fino a commettere l’atto estremo dell’omicidio e porre se stesso di fronte a un’amara e sconvolgente domanda: “Che cosa guadagna un uomo se acquista il mondo intero, ma perde la propria anima?”.
Oscar Wilde (Dublino 1854 — Parigi 1900) ha pubblicato innumerevoli opere tra cui Il fantasma di Canterville (1887); Il ritratto di Dorian Gray (1890).