Con tinte di realismo che superano il verismo verghiano, questo romanzo dei primi del Novecento esplora il conflitto tra la vita spirituale, intima e privata, e la vita religiosa, dettata da regole rigide e da sempre esposta agli occhi del pubblico. Giunto a Roma per studiare sotto il papato di Leone XIII, un giovane aristocratico sarà costretto a scegliere a quali verità credere quando le sue idee si scontreranno con i dogmi delle gerarchie ecclesiastiche.
Gaspare Invrea (1850 — 1917), noto con lo pseudonimo di Remigio Zena, è stato un autore e intellettuale italiano. Di origini aristocratiche, ebbe un'educazione molto religiosa che lo portò ad arruolarsi per la difesa di Roma durante la Breccia di Porta Pia.
Vicino a Manzoni per la connotazione religiosa dei suoi scritti e a Verga per la predilezione verso personaggi di ceto sociale basso, i poveri e gli emarginati, Invrea ha scritto racconti, romanzi e componimenti poetici di intonazione religiosa e moraleggiante, ma anche dotati di tratti ironici e vivaci, di gusto scapigliato. Tra le sue opere, la più famosa è il testo teatrale “La bocca del lupo” (1872).