Scritta durante il periodo che l'autore trascorse in Eritrea, questa raccolta di poesie di gusto scapigliato anticipa una certa tendenza a tematiche tipiche del periodo futurista. Seppur inizialmente influenzato da un'educazione di stampo cattolico, tipicamente moralista e paternalista, è infatti evidente in Invrea un particolare sentire decadente, che avvicina i temi narrativi dell'autore alla produzione crepuscolare.
Gaspare Invrea (1850 — 1917), noto con lo pseudonimo di Remigio Zena, è stato un autore e intellettuale italiano. Di origini aristocratiche, ebbe un'educazione fortemente religiosa che lo portò ad arruolarsi per la difesa di Roma durante la Breccia di Porta Pia.
Vicino a Manzoni per la connotazione religiosa dei suoi scritti e a Verga per la predilezione verso personaggi di ceto sociale basso, i poveri e gli emarginati, Invrea ha scritto racconti, romanzi e componimenti poetici di intonazione religiosa e moraleggiante, ma anche dotati di tratti ironici e vivaci, di gusto scapigliato. Tra le sue opere, la più famosa è il romanzo e testo teatrale “La bocca del lupo” (1872).