Ambientato nel quartiere portuale di un paesino immaginario della Liguria, questo romanzo racconta la storia di Francisca Carbone, detta la Bricicca, una vedova che ha perso l'unico figlio maschio e adesso ha tre figlie da maritare: la tenera Battistina, l'altrettanto mite Angela e la più giovane Marinetta, bella quanto irrequieta. Per poter far sposare almeno Marinetta, Bricicca è disposta a sacrificare non solo la sorte delle altre figlie, ma la propria stessa incolumità quando accetta di indebitarsi con l'astuto signor Costante, esponendosi alle invidie e ai pettegolezzi del paese. Con una narrazione verista stemperata da uno stile vivace, dove a tratti l'ironia prevale sul dramma, Invrea racconta una storia autentica in cui i protagonisti sono i vinti e i reietti, repressi dalla sorte e frustrati da ambizioni irrealizzabili che li condurranno inesorabilmente dentro la bocca del lupo.
Gaspare Invrea (1850 — 1917), noto con lo pseudonimo di Remigio Zena, è stato un autore e intellettuale italiano. Di origini aristocratiche, ebbe un'educazione molto religiosa che lo portò ad arruolarsi per la difesa di Roma durante la Breccia di Porta Pia.
Vicino a Manzoni per la connotazione religiosa dei suoi scritti e a Verga per la predilezione verso personaggi di ceto sociale basso, i poveri e gli emarginati, Invrea ha scritto racconti, romanzi e componimenti poetici di intonazione religiosa e moraleggiante, ma anche dotati di tratti ironici e vivaci, di gusto scapigliato. Tra le sue opere, la più famosa è il romanzo “La bocca del lupo” (1872), che venne adattato anche per il teatro.