Pubblicato nel 1926, «Pubertà e altre storie» è un libro sfaccettato, ricco di suggestioni dense, di schizzi quasi abbozzati, che vanno a comporre un quadro estremamente sensibile di quell’adolescenza itinerante, che lo stesso Carlo Linati aveva vissuto, fra nord e centro Italia. I racconti qui raccolti, infatti, prendono le mosse dal lungo «Pubertà", che riporta la vicenda semi-autobiografica di un gruppo di studenti liceali del Convitto Cicognini di Prato (frequentato da Linati a fine Ottocento). Raccogliendo in sé tutta la personalità giovanile dell’autore — sempre animato da una curiosità vorace verso la letteratura, il mondo esterno e la vita all’aria aperta — la presente raccolta offre uno spaccato preziosissimo sulla gioventù di oltre un secolo fa, regalando a chi legge alcune fra le più belle pagine dell’intera narrativa italiana…
Carlo Linati (1878–1949) nasce a Como da una famiglia originaria di Gravedona. Laureatosi in legge all’Università di Parma (1906), esercita brevemente la professione di avvocato a Milano. In quegli stessi anni inizia ad ottenere un certo successo anche come scrittore, dapprima con la stesura di racconti e romanzi allegorici, poi, soprattutto, con i suoi celebri resoconti di viaggio: collaborando col Touring Club Italiano, Linati girerà infatti l’Europa con i più svariati mezzi, pubblicando vari reportage sulle principali testate italiane. Estremamente legato alla sua terra — celebrata in romanzi come, ad esempio, “Cantalupa” — Linati si distingue anche come brillante traduttore di James Joyce, con cui intrattenne un lungo rapporto di amicizia.